Berserk and the band of the hawk | Recensione | PS4

Intro:

Berserk and the band of hawk (ovvero Berserk e la Squadra dei falchi) videogame sviluppato dal team Omega Force e pubblicato dalla Koei Tecmo per Playstation 4, PS Vita e PC. Scritto ed illustrato 30 anni fa circa dal geniale Kentaro Miura, Berserk é una serie (manga prima – in Italia grazie alla Planet Manga che negli anni ’90 ne pubblicò le storie traducendole in italiano – ed anime poi come ad esempio la trilogia L’Epoca d’oro pubblicata dalla Yamato Animation), conosciuta a livello mondiale e ambientata in un mondo medioevale avvolto dalle tenebre, dagli inganni, dai tradimenti e da tanto, tanto sangue.

L’epopea del cavaliere nero

La sua storia profonda è raccontata attraverso le vite dei suoi due affascinanti personaggi principali, ovvero quella di Guts, un mercenario solitario (conosciuto qui da noi in Italia con il nome di Gatsu che riesce a controllare il potere della sua imponente spada ammazzadraghi dal nome Great Sword) e di Griffith, agile schermitore e leader carismatico di un gruppo mercenario conosciuto con il nome di “Squadra dei Falchi”. Insieme a Griffith (o Griffis a seconda dei casi), il protagonista farà anche la conoscenza degli altri membri importanti della squadra, come Caska, Judeau e Rickter.

Dare un giudizio sulla trama di Berserk and the Band of the Hawk, sarebbe come dare un voto all’opera originale in se, per quanto possibile. In questo caso, abbiamo una storia dai toni cupi, molto seri, ma in grado comunque di presentarci personaggi interessanti e carismatici. Purtroppo, la storia del gioco si interrompe abbastanza bruscamente e non c’è una vera e propria conclusione. La colpa la si può assegnare solo marginalmente al gioco in se; in fondo la storia di Berserk è ancora in fase di produzione (Miura lo finira mai?) e i casi erano due: seguire la trama scrupolosamente fino alla migliore delle conclusioni, oppure inventarsi un finale di sana pianta. I puristi apprezzeranno almeno l’intenzione di restare fedeli fino alla fine, ma chi non possiede una precedente infarinatura sulla storia di Berserk, anche minima, resterà deluso da personaggi che spariscono dalla storia e archi narrativi interrotti bruscamente. Berserk and the Band of the Hawk può non essere una rappresentazione perfetta per chi adora l’opera originale alla follia, ma di certo è un gran bel punto di partenza per chi era inizialmente interessato al manga di Miura: oltre a coprire una vasta fetta di storia, all’interno del gioco è presente un corposo glossario con le spiegazioni dei termini, dei personaggi e molto altro. In questo modo, chiunque può iniziare il gioco da zero e imparare tutto il necessario in poco tempo.

Musou purissimo con un tocco Anime

Questo Berserk è presto fatto: coniugato all’inossidabile formula dei musou giapponesi (che vi ricordo è quel stile di azione dell’uno contro mille), genere tanto osannato in Giappone quanto indigesto qui da noi in occidente, dove il gameplay si appoggia ai soliti fendenti leggeri e a colpi forti, con relative combo e centinaia di migliaia di nemici da abbattere. Scremando al minimo la struttura ludica, Berserk and the Band of the Hawk è un musou purissimo. Durante i combattimenti è possibile riempire l’immancabile barra della furia, che arrivata al massimo, ci consente di attivare uno status particolare durante il quale siamo molto più forti. In questo frangente, un’ulteriore barra rimpingua la classica super mossa, da scatenare catarticamente su frotte di nemici.

L’unico lampo di luce è rappresentato dall’implementazione di piccole meccaniche tipiche dei giochi di ruolo, come il passaggio di livello, al quale sarà possibile potenziare una delle cinque statistiche di base dei personaggi (Forza, Difesa, Vitalità e Tecnica, con quest’ultima che influisce sulla durata e i danni inflitti in modalità Frenzy che rappresenta l’apice della violenza e della distruzione che il giocatore può portare a schermo); altra implementazione da non sottovalutare è la possibilità di raccattare materiali utili a migliorare l’equipaggiamento, sebbene tutto questo avvenga in maniera molto automatica.

Come accade nel manga e nell’anime di Berserk, anche in questo gioco nella prima parte della storia l’azione si concentra sugli esseri umani e sulle battaglie tra soldati, salvo poi spostarsi gradualmente verso mostri e demoni di ogni tipo. In ogni caso le maggiori soddisfazioni vengono date dalle boss fight che assicurano un crescente e ben bilanciato livello di difficoltà: se all’inizio dell’avventura eliminare i nemici vi sembrerà semplice e quasi un gioco da ragazzi proseguendo tutto diventerà più difficoltoso e l’uso delle schivate e di una buona dose di tattica assolutamente indispensabile.

L’eclissi che non ti aspetti

Lo Story mode (la modalità campagna) alquanto longevo di Berserk and the Band of the Hawk viene coadiuvata da due modalità di supporto, il Free Mode e l’Endless Eclipse. Il primo consente semplicemente di rigiocare tutte le missioni completate utilizzando i personaggi sbloccati fino a quel punto; mentre la modalità Endless Eclipse è invece un survival in cui ci ritroveremo ad affrontare i mostri che popolano l’Eclissi che risulteranno via via sempre più forti e con missioni sempre più impegnative. Per garantire la massima fedeltà possibile con l’opera originale del mangaka Kentaro Miura (che è stato supervisore dell’intero progetto di questo videogame), Koei Tecmo e Omega Force in maniera congiunta, hanno inserito un gran numero di sequenze narrative estrapolate direttamente dall’anime, alcune delle quali vengono mostrate perfino durante le varie missioni.

Commento finale

Berserk and the Band of the Hawk è un titolo creato per dare molte soddisfazioni ai fan dell’opera di Kentaro Miura riportando in auge un brand che non ha mai avuto una trasposizione videoludica all’altezza. Giudicare un titolo come questo non è stato affatto semplice. Da un lato la passione per l’opera fumettistica di Miura ha fatto la sua giusta parte, mentre dall’altra trattandosi di un Musou è normale intravedere una certa ripetitività e ridondanza nel gameplay, ma devo ammettere che il gioco nel complesso si presenta benissimo, grazie ad una grafica lodevole accompagnata da un buon level-design. Resta a mio avviso un titolo da consigliare senza esitazione ai fan di Guts e Griffith ed ovviamente agli appassionati del genere Musou.

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