Lenovo festeggia i suoi 35 anni celebrando l’inclusività della tecnologia

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Un compleanno rappresenta un momento di celebrazione, di riflessione e di propositi per il futuro. Giunta al suo trentacinquesimo anniversario, Lenovo guarda al futuro non solo dello sviluppo tecnologico, ma anche del ruolo che una grande azienda può giocare nel rendere il mondo più aperto e inclusivo, attraverso la diffusione di tecnologie intelligenti e il sostegno a persone e progetti che lavorano attivamente per ottenere questi obiettivi.

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In Italia, Lenovo festeggia il traguardo dei 35 anni sostenendo il progetto Powercoders, la prima accademia di coding al mondo per rifugiati, realizzata in collaborazione con UNHCR Italia – Agenzia ONU per i Rifugiati, che avvierà un nuovo ciclo di corsi di formazione nel nostro Paese all’inizio del 2020, sostenuta da Reale Foundation, la fondazione corporate di Reale Group, Fondazione Italiana Accenture e Fondazione Specchio dei Tempi La Stampa.

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Lenovo fornirà a Powercoders i PC notebook professionali sui quali gli studenti impareranno le basi della programmazione informatica arrivando a ottenere un’abilitazione che consentirà loro di iniziare un nuovo percorso professionale in Italia.

Powercoders ha avviato il suo primo programma a Berna all’inizio del 2017 con una grande quantità di volontari che hanno prestato la loro opera come job coach o formatori IT, e con numerose aziende del settore tecnologico che hanno in seguito offerto stage ai diplomati. Dopo questo promettente inizio, la comunità Powercoders ha continuato a crescere e attualmente gestisce due centri scolastici in Svizzera e uno in Italia, a Torino.

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Ogni nuovo corso di Powercoders parte da una selezione di 20 studenti che accedono a un coding bootcamp di 13 settimane così strutturato su 7 settimane di lezioni di programmazione in diversi linguaggi, una settimana di contatto tra gli studenti e le aziende interessate alle loro competenze, 5 settimane dedicate a sviluppare le competenze richieste dalle aziende, per essere pronti a svolgere le attività richieste. Finito il corso gli studenti, supportati da un job coach, accederanno a stage in azienda dai 6 ai 12 mesi.

“Viviamo in un mondo in cui tutto è digitale, ma le aziende spesso faticano a trovare programmatori. D’altro canto, nelle nostre città i rifugiati trovano difficile ricostruirsi una vita dopo avere vissuto esperienze traumatiche”, spiega Priya Burci, CEO di Powercoders International. “Grazie alla generosità di Lenovo siamo oggi in grado di creare un collegamento fra la domanda di programmatori qualificati da parte delle aziende e il desiderio da parte dei rifugiati di ricostruire per sé un futuro professionale in un nuovo Paese, portando in azienda le loro competenze ma anche una nuova visione e un approccio originale”.

“La tecnologia smart a disposizione di tutti può migliorare la vita delle persone e rendere il mondo un luogo più inclusivo e connesso”, ha commentato Emanuele Baldi, AD e Country General Manager di Lenovo per l’Italia. “Da oltre trent’anni Lenovo guida il settore della tecnologia, prima trasformando il settore in Cina poi diventando leader mondiale con la visione di portare le tecnologie più intelligenti al maggior numero di persone possibile. Progetti come Powercoders si sposano perfettamente con la vision di Lenovo, ed è con grande orgoglio che ci associamo a questa iniziativa in Italia”.

Iniziative come quelle di Powercoders, che in Italia sarà supportato da Le Wagon, per l’implementazione del progetto formativo, mirano a formare nuove leve di professionisti nel settore della tecnologia che porteranno ciascuno la propria esperienza, visione e diversità sul loro posto di lavoro. In Lenovo siamo convinti che sia proprio la tecnologia a creare un ambiente più inclusivo.

Una ricerca a livello globale condotta da Lenovo mostra infatti come le tecnologie intelligenti abbiano trasformato i posti di lavoro, con oltre metà (58%) del campione che crede fortemente nel fatto che la tecnologia stia già aiutando a creare ambienti di lavoro più diversificati, inclusivi e aperti a diversi tipi di persone. Solo l’8% si trova in disaccordo.

“Mi auguro che da qui a 10 anni il vantaggio di avere una forza lavoro diversificata sia talmente evidente alle aziende da non necessitare nemmeno di essere discusso”, conclude Baldi. “Le aziende abbracceranno progressivamente il concetto di Diversity & Inclusion fino a renderlo parte della cultura aziendale a tutti i livelli”.