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Pensieri Fotografici (notte 1.) | L'attrezzatura quanto conta? Siete felici nell'usare la vostra attrezzatura?

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Parlare di attrezzatura fotografica è sempre molto difficile perché, oggettivamente, non possiamo provare con mano tutti i tipi di attrezzatura in commercio.

Per questo motivo voglio lanciare una provocazione: quanto vi fa sentire «sicuri» avere la lente più luminosa o la macchina fotografica più prestante in commercio?

Questa domanda mi ha fatto passare in bianco svariate notti perché, da un lato, ritengo importantissimo investire in noi stessi  sia «scolasticamente» parlando,  che attraverso una buona attrezzatura, ma allo stesso tempo in un processo di crescita personale intrapreso alcuni anni fa, ho scoperto che mi sento più appagato nel portare a casa un buono scatto con una macchina fotografica pagata poco perché recuperata usata da qualche mercatino piuttosto che portare a casa una foto scattata con la mia top mirrorless pagata una fortuna. Ciò non vuol dire che non ho bisogno e che non gioisca nel poter usare delle macchine fotografiche top di gamma, ma solamente che forse, attraverso un prodotto che noi percepiamo meno «prestante» meno «tecnologicamente avanzato», riusciamo a esprimerci meglio. Lo stesso vale per le fotocamere lomografiche/ instantanee che mi divertono in una maniera indescrivibile. Questo perché grazie alla loro immediatezza le trovo di un potenziale incredibile.

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Un discorso simile va fatto, per quanto mi riguarda, anche per le ottiche vintage (quanto le amo). Spesso mi trovo a girare nei mercatini e a comprare queste lenti russe o di una dimenticata Germania dell’Est per il puro gusto di provarle (o di salvarle da qualche discarica). Adoro le loro imperfezioni che anzi, diventano il vero e proprio elemento caratterizzante di questi prodotti. Mi esalto, infatti, nel vedere la grana che rilasciano sulla foto, le loro ghiere ancora in perfetto stato anche dopo svariati anni di scatti, ricordi, pianti e amori.

Ora non vi sto dicendo che chi compra ottiche da 1000 euro è uno sciocco, anzi per alcuni lavori è fondamentale avere specifiche lenti dal costo elevato, ma voglio solamente dire che un giro al mercatino (che sia fisico o digitale) io lo farei.

Fotografia: arte nata da un raggio e da un veleno [Arrigo Boito]

Con queste mie riflessioni spero di aver lasciato in voi qualcosa e di per suscitare di conseguenza delle vostre riflessioni. Cercate quindi di capire quando, come e sopratutto con cosa vi sentite più liberi di esprimere la vostra creatività.
Una volta trovato il vostro capo saldo usatelo fino alla nausea, perché in questo modo, quando tornerete alla vostra fotocamera top di gamma vi renderete conto di essere dei fotografi migliori, con più coscienza. E se voi che state leggendo vi state chiedendo quali ottiche vintage vi consiglio, beh ! Ne parlerò più avanti in un articolo dedicato. Per cui rimanete connessi e non perdetevi le prossime rubriche.
 
A presto,
Giorgio.
 

Scrivere la biografia è la cosa che mi spaventa di più, ma proviamoci. Sono un viaggiatore incallito appena ho un momento prendo e scappo via, porto sempre con me una fotocamera e una lente super wide magari anche fish-eye. Quando vedete il mio nome significa che si sta parlando di wearable, fotografia, Linux o di tastiere meccaniche, che acquisto in maniera compulsiva. Profondo sostenitore che i switch migliori non esistono vago per il web alla ricerca di nuovi mondi inesplorati [click].
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