Sweati il sensore che misura l’indice glicemico tramite il sudore

Sweati

Il tracciamento della glicemia non invasivo è sempre stato il sogno di molte aziende, rimane di fatto la features più ricercata (e meno dibattuta) di molti produttori. In passato molteplici aziende hanno provato a farlo non per ultima la Sano che ha ricevuto un supporto non indifferente anche da Fitbit non riuscendo però ha far breccia nel mercato con un prodotto convincente al cento per cento.

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Sweati è un dispositivo indossabile in grado di monitorare il glucosio, il lattato e l’idratazione tramite una bassa quantità di sudore. Il wearable è praticamente realizzato in tessuto e comunica alla companion app i dati raccolti tramite connessione wireless. La bellezza di questo dispositivo è che è piccolo tanto da riuscire a rimanere sul palmo della mano e spesso come due carte di credito messe insieme. Sweati riesce a effettuare delle misurazioni glicemiche istantanee, il che significa che sapremo subito come varia il nostro organismo nel momento in cui ingeriamo un alimento. Avere una misurazione così veloce e così «semplice» permette sopratutto a chi soffre di diabete di non dover ad ogni controllo pungersi le dita della mano ogni volta che si vuole fare una lettura dell’indice glicemico. Come è facile pensare in questi casi la precisione è tutto e l’azienda afferma che gli studi portati avanti dall’Imperial College hanno dimostrato che questa tipologia di sensori riesce a offrire una accuratezza tale da risultare credibile e affidabile anche su di un arco temporale molto vasto. Martyn Boutelle, professore di ingegneria dei sensori biomedici presso il dipartimento di bioingegneria di Imperial, ha affermato che l’azienda utilizza il microfluidico per misurare il sudore in tempo reale e quindi estrapolare i dati sull’indice glicemico, una tecnica che è stata già usata in passato da altre aziende ma che mai si era pensato di utilizzato per tale scopo. Purtroppo prezzo e data di uscita non sono stati comunicati ma la speranza è che quanto prima possa arrivare sul mercato in forma definitiva.

SOURCEwareable.com
Scrivere la biografia è la cosa che mi spaventa di più, ma proviamoci. Sono un viaggiatore incallito appena ho un momento prendo e scappo via, porto sempre con me una fotocamera e una lente super wide magari anche fish-eye. Quando vedete il mio nome significa che si sta parlando di wearable, fotografia, Linux o di tastiere meccaniche, che acquisto in maniera compulsiva. Profondo sostenitore che i switch migliori non esistono vago per il web alla ricerca di nuovi mondi inesplorati [click].