Giusto una piccola riflessione su Facebook

La riflessione che quest’oggi voglio proporvi è molto personale e i cambiamenti che stanno avvenendo in questi giorni mi sembrano l’ideale per esporre il mio punto di vista circa Facebook.

Raramente utilizzo questo Social Network per pubblicare qualcosa, e spesso il mio uso si arresta alla mera condivisione di canzoni che ritengo valide e significative, quelle che mi ispirano e nelle quali è possibile trovare un testo pieno di senso. Oggi però, a differenza di quanto ho fatto fino ad ora, vi propongo una piccola riflessione.

Intervista

Ieri sera, verso le 22, mi sono imbattuto in questo video. Si tratta di un’intervista all’ex vice presidente di Facebook, Chamath PalihapitiyaTante le cose che vengono sottolineate in questo estratto di 5 minuti. La persona in questione mette in guardia circa i rischi che questo mezzo può causare. Vi rendete conto di quanto Facebook può manipolare la società? Il nostro modo di apprendere le notizie? Questo strumento modifica persino il nostro modo di leggere. Ormai ci fermiamo ai semplici titoli e approfondiamo sempre di meno. I giornali, consci di questo conseguenza, creano titoli fuorvianti ricercando solo la spettacolarità a discapito del contenuto. Questi sono solo alcuni degli interventi proposti nel video.

La cosa che in realtà mi spaventa di più, è il fatto che questi mezzi stiano operando un vero e proprio mutamento antropologico. Essi modificano il nostro modo di approcciare gli altri. Come dice l’ex vice, essi manipolano i livelli di dopamina grazie a semplici like(a onor del vero servirebbe una sperimentazione scientifica, ma non mi stupirei se ciò fosse effettivamente così o se fosse già accertato). Io credo(e spero), per quanto mi è possibile fare, che l’obiettivo iniziale fosse quello di creare un semplice mezzo di comunicazione per connettere le persone e, nonostante siano distanti migliaia di chilometri, farle interagire in tempo reale.  Voglio credere che l’azienda si sia accorta delle conseguenze solo a posteriori. Ora che ne è consapevole però, può, anzi deve, decidere come gestirle. Ha delle responsabilità e non può più nascondersi da quest’ultime.

Modificare la società, la politica(le notizie degli ultimi giorni ci mostrano quanto la neutralità e l’etica non siano proprio il forte di Mark), il modo stesso di operare dei giornali, costretti ad adeguarsi al modo in cui Zuckerberg imposta la comunicazione, sono solo pochi degli aspetti negativi.

Nuovo Algoritmo

Qui sopra ho fatto riferimento ad un’intervista di qualche mese fa per introdurre un altro argomento che sta circolando su tutti i giornali. Da qualche giorno, Mark Zuckerberg sembra aver creato un nuovo algoritmo che riporti il sito a privilegiare le interazioni tra le persone piuttosto che le false notizie o le pubblicità. Quando avverrà questo cambiamento è però ignoto. Forse non avverrà mai o forse non avverrà totalmente. Far tornare Facebook al 2009 sarebbe bello ma credo sia pressocchè impossibile. Lo strumento è cosi tanto cambiato, ha inserito un Marketplace, è entrato in borsa, ha inserito pubblicità e cosi via.

Il fatto è che, di fronte alla palese capacità di Facebook di manipolare il nostro pensiero, vorrei più consapevolezza da parte degli utenti, ma mi rendo conto quanto sia difficile pretendere lo stesso grado di sensibilità e coscienza di ciò che si utilizza da parte tutti(forse addirittura impossibile). Servirebbe un’educazione dell’internet.. e servirebbero enti di trasparenza e garanti degli utenti che possano controllare l’agire di Facebook.

Mi si potrà obiettare di prendere troppo seriamente questo strumento di comunicazione. Si, forse. Ma se non iniziamo, nella nostra individualità a riflettere su ciò che usiamo, su ciò che facciamo, chi lo farà per noi? L’errore sta qui. E’ tutto qui. E noi costantemente lo eludiamo. Non possiamo più permetterci di essere passivi mentre utilizziamo i social network.